37 il 7 nel 2017

Ci sono cose che aspetti così tanto, ma così tanto, che passi direttamente al non volerle più, senza nemmeno rendertene conto.
Sono quelle cose che pensavi di non poter osare, che poi hai deciso di voler provare ad osare, per poi arrenderti al fatto che non avresti dovuto osare.
Ed è assolutamente assurdo quanto smettere di desiderarle sia liberatorio.
Svuotante, disabitante, ma liberatorio.
Senza quel pensiero e quell’attesa, ci si sente indiscutibilemte più soli, ma più leggeri.
Più disillusi, ma più aderenti.
Più manchevoli, eppure più bastanti.
Quelle cose che non arrivano hanno la fondamentale funzione di smuovere impulsi latenti e letargici che credevamo non ci appartenessero più.
Quelle cose che non arrivano, invece lo fanno e a gamba tesa nelle nostre vite, si fanno annusare, riconoscere, desiderare e poi, quando sei ad un millimetro dal morderle, si girano di culo e se ne vanno.
E a te cosa resta?
La voglia che hai avuto, la forza che c’ hai messo, la speranza che hai investito, la vita che hai vissuto.
Non bisogna mai soccombere al pensiero umano e autocommiserante che sia stato tempo perso, che ci si è resi ridicoli.
Perchè si, abbiam perso tempo e si, assolutamente, ci siam resi ridicoli.
Ma avreste preferito quel tempo perso seduti sul divano senza un pensiero fisso, senza un desiderio, senza un sussulto?
Non ci credo. Non io.
Ogni follia fatta, ogni errore commesso, ogni persona osata, sono stati TENTATIVI.
Sentite come suona la parola TENTATIVI: lo sentite il retrogusto di possibilismo?
Lo percepite quell’ attimo in cui tentate perchè ci state credendo?
Ecco quello è il momento perfetto, in cui stai facendo qualcosa per te.
Prendete me, ad esempio: oggi nascevo.
O, forse, oggi rinasco.
Dicono che il giorno del proprio compleanno si dovrebbe fare qualcosa per sè, prendere la giornata e dedicarsela.
Non l’ho mai fatto, fino ad oggi.
Oggi si, oggi lo faccio.
Oggi non ci sono.
Oggi nasco.
Si perchè vedete, puoi essere forte quanto vuoi ma poi si cede.
Poi si soccombe.
E io l’ho fatto ed è stato liberatorio, è stato bellissimo allentare i muscoli e franare un pò.
L’ avessi fatto prima. L’ avessi fatto meglio.
Tanto, quando si fa, è sempre e solo una fase che poi finisce.
Poi. Poi quando? Non si sa, ma finisce.
E io mi sono abbandonata. E’ stato bellissimo quel momento da vertigine da vuoto d’aria.
Tutti dovrebbero provarlo, sì, perchè il bello è perdersi
in una città
in un paio di occhi neri
in una paura
in una salvezza.
Se non ti perdi, non ti cerchi, e, allora, non ti trovi.
Ecco, io quest’anno mi sono persa e mi sono anche crogiolata un pò in questo smarrimento: ho deciso di concedermelo.
Ho deciso che me lo meritavo di perdermi ed abbandonarmi, di raccogliermi, e che, chi mi ama avrebbe capito.
L’equilibrio lo vogliamo tutti ma se non ha tracolli e risalite, non può dirsi equilibrio, è solo stare fermi al sicuro sul fondo.
Ciao, sono Valentina, e oggi compio 37 anni.

2 Comments
  • Carla

    8 febbraio 2017 at 8:17

    Auguri cara 🙂
    Meraviglioso approccio alla vita…. le ho tentate tutte…. ci ho creduto…. ho vissuto e, alla fine, ho lasciato andare…..
    Quanto mi piaci

    • Valentina

      8 febbraio 2017 at 18:09

      Quanto ti adoro!