Gli avvoltoi

Quella non è informazione: quella è gente che divora carcasse, che si appropria di storie, di voci, di corpi, di lacrime, che le fa proprie.

E le mangia.

O le vende.

O le svende.

Comunque, le tradisce.

Macerie, incidenti, omicidi, mattanze, le iene sono lì e dicono che lo fanno per noi e per il dovere di cronaca.

La responsabilità è nostra, quindi.

Bhè, lo è.

Perché io ricordo chiaramente mesi di appostamenti giornalistici davanti alla villetta di Avetrana.

Ma ricordo con molto più orrore gente andare appositamente lì per farsi un selfie.

Oggi io non ce la faccio.

Oggi io non riesco a mantenere il mio solito distacco e possibilismo, ad accettare che esistano persone che la vedano diversamente.

Lo faccio sempre, sono cresciuta con due genitori che avevano schemi morali rigidi per sé e per noi, e apertura mentale per il mondo altro.

Stasera a loro direi che questa volta non ci sto, che esiste uno schifo universale e che oggi dovremmo vergognarci tutti:

per il plastico di Cogne,

per i selfies ad Avetrana,

per la Nox che diventa star.

Abbiamo fallito tutti.

E, nel frattempo, la terra ci inghiotte.