LE SCARPE GIALLE

Le Scarpe Gialle

Preparate i pop corn perché sto per raccontarvi una storia.

Anni fa ho conosciuto un ragazzino. Giovane, giovanissimo, ma meno di quel che sembrasse.

Quando l’ ho conosciuto aveva ai piedi delle scarpe gialle, giallissime.

Non avevo mai visto nessuno avere ai piedi delle scarpe completamente gialle.

Ma chi cazzo si compra delle scarpe giallissime?! Lui, Giulio.

Dopo il nostro incontro, ho googlato il suo nome e mi si è aperto un mondo. Quel giorno ho scoperto che quel ragazzino era un genio, un visionario, un innovatore, un rivoluzionario. Uno che riusciva ad usare la luce per raccontare il mondo incantato che c’è nella sua testa, e che, chissà come, riesce a far vedere anche agli altri. Questo è quel che ho pensato quel giorno, ma, poco tempo dopo, dopo che senza nemmeno accorgercene, eravamo diventati amici veri, amici di pancia, di testa, di cuore, di risate, ho pensato molto altro di lui, e cioè che non esiste una persona della sua bontà, della sua integrità e della sua positività. Giulio ha una pace interiore fortissima e questa pace è irradiante e pervade chiunque stia nei paraggi. Dice sì se gli si chiede aiuto, ma è un si diverso dai nostri si: è un sì pieno di entusiasmo e di voglia, e di fiducia, e di occhi che si stringono in un sorriso vero. Mette il suo talento ed il suo genio a disposizione di chi è nettamente meno talentuoso di lui, come me, e non credo che possa esistere una forma più nobile di altruismo. Lo fa perché non teme il confronto, perché è sicuro del suo, ma, anche perché crede che in ogni forma di confronto e collaborazione, ci sia qualcosa di arricchente.

Arricchente, come lui.

Una delle prime cose che gli ho scritto tanto tempo fa, è che avere a che fare con lui è arricchente.

Se le mie foto sono uscite dal mio computer, se sono state stampate, incorniciate, esposte, è merito o colpa (decidete voi) sua. In un ambiente, quello dell’arte e della fotografia, in cui è più facile incontrare i piccini picciò che temono il confronto, c’è lui, svettante, con le sue scarpe gialle.

Quelle scarpe le ha lasciate in Indonesia, ha chiuso così una fase,ne ha aperta un’altra. Perché Giulio è un simbolico, uno che nei gesti crede, uno che ai gesti dà significato.

Uno che farà grandi cose ovunque decida di stare, ma a cui auguro di andare lontano a raccogliere tutto quello che il suo talento merita, e oltre.
Quelle scarpe ora sono chissà dove dall’altra parte del mondo, ma io non le dimenticherò mai.

Buon viaggio: www.giuliospagone.net

1 Comment
  • giulia pisana colucci

    8 settembre 2017 at 5:02

    che bello,Vale! isiete due anime speciali e,insieme,FORMIDABILI!Non avresti potuto dipingere un ritratto più bello di questo “ragazzo”che tra le tante virtù,ha quella di darsi completamente e soprattutto autenticamente…EMOZIONANDO ….
    del resto , “chi si somiglia, si piglia!”
    vi voglio bene assai ❤️